L’INNESTO
La tecnica dell’innesto consente di ottenere, all’interno della stessa varietà, piante omogenee. Se seminassimo, ad esempio, diversi noccioli di un'unica varietà di pesco, potremmo ottenere alcune piante con frutto buono e altre no, o persino nessuna pianta con frutto buono. Con l’innesto, invece, possiamo riprodurre molte varietà mantenendo le caratteristiche della pianta e del frutto. Un altro vantaggio è dato dalla possibilità di scegliere il portainnesto più adatto alla varietà che desideriamo innestare.
Esistono diversi tipi di innesto da praticare nelle varie stagioni dell'anno.
Innesti invernali, da effettuarsi a febbraio: a spacco – doppio spacco inglese – a corona – a triangolo, ecc.
Innesti estivi, da effettuarsi ad agosto: a gemma dormiente, per approssimazione, a zufolo, ecc.
Una volta effettuato l'innesto è importante avere cura di togliere i polloni selvatici per poter dar vita ad una bella pianta.
Innesti “da tavolo” eseguiti sulla vite. Questo tipo di innesto viene così definito perché non viene operato sulle piante in campo, ma sul tavolo di un magazzino, manualmente, con l’ausilio di apposite macchine che formano un incastro maschio/femmina chiamato omega. Dopo l’innesto, si procede all'immersione in paraffina a bassa gradazione di fusione, avendo cura di coprire il punto di innesto. Si procede poi a stratificare le barbatelle in casse con segatura di abete o con torba. Dopo questo passaggio si procede alla messa a dimora verticalmente degli innesti talea, affinché si sviluppi la barbatella innestata.
Da non dimenticare è poi il reinnesto degli alberi adulti: è un innesto che si pratica su piante in produzione per cambiare la varietà o risolvere diversi problemi, come quelli legati all’impollinazione.